La seconda stella dell’Inter. Cronaca di una stagione annunciata

La seconda stella dell’Inter. Cronaca di una stagione annunciata

═══════════ DI CHE COSA SI PARLA STAMATTINA Il ventesimo scudetto dell’Inter         Simone Inzaghi nasce allenatore in serie A per un equivoco, per caso o per un capriccio, forse per tutt’e tre le cose messe assieme, perché Marcelo Bielsa dice di sì alla Lazio e davanti all’altare ci ripensa come fa Dustin Hoffman nel Laureato. Simone Inzaghi nasce allenatore in serie A come un ripiego ma impiega poco a dimostrare che invece appartiene all’Etnia Ossessione, quelli che studiano, non pensano quasi ad altro, si fanno logorare prima dalla preparazione della partita e poi dalla partita. Quei tipi che prima o poi trovi con uno scudetto sotto al braccio.  Se il covid non avesse sconvolto il mondo, avrebbe potuto portarne uno alla Lazio, vai  a saperlo. Se due portieri di riserva rumeni non avessero messo le mani sul campionato ciascuno a modo suo, con l’Inter ci sarebbe arrivato…

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La conversione di Pogačar al ciclismo dei monologhi

La conversione di Pogačar al ciclismo dei monologhi

Un tempo Tadej Pogačar non era così che vinceva. Nei suoi 70 successi in carriera - 46esima posizione nella classifica di tutti i tempi comandata da Merckx [276] su Cavendish e Cipollini [163] - ce ne sono solo 18 con più di 20 secondi di vantaggio, appena 7 con un distacco da 1 minuto in su. Dodici di quei 18 successi sono arrivati fra 2023 e 2024. Tre dei maggiori quattro distacchi inflitti agli avversari sono tutti di questa primavera: 2:44 alle Strade Bianche, 1:23 nella seconda tappa del Giro di Catalogna sul Vallter 2000, 1:39 ieri alla Liegi. Il Pogačar teatrale, questo Pogačar da monologhi, si era visto in passato assai di rado, una volta alla Vuelta di cinque anni fa, quando alla Plataforma de Gredos diede 1:32 a Valverde, e poi in un altro paio di occasioni minori al Giro di Slovenia e al Grand Prix Priessnitz in…

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I confini di Haaland e quelli di Ancelotti: diario dei quarti di Champions

I confini di Haaland e quelli di Ancelotti: diario dei quarti di Champions

   Avremo dunque in semifinale due squadre tedesche come non succedeva dal 2020, una sola squadra spagnola come un anno fa, una francese dopo tre edizioni senza. La Premier inglese è fuori. Aveva preso per sé 7 posti su 12 nelle finali dal 2018 in avanti, stavolta fa un balzo all’indietro, fa un balzo fino alla stagione della pandemia chiusa nella bolla in Portogallo, oppure potremmo dire fino al triennio 15-17, quando una sola squadra si qualificò per le semifinali [il Manchester City] su 12 posti disponibili.  C’è il Bayern che torna in semifinale dopo tre eliminazioni consecutive ai quarti. Sfiderà il Real Madrid: fra le iscritte erano le due squadre con più Coppe, 20 in totale, eppure non si sono mai affrontate in una finale e non accadrà neppure questa volta.  C’è il Borussia Dortmund che non gioca una semifinale dal 2013 contro il PSG che la mancava dal…

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La corsa che sembra un pellegrinaggio. La Freccia Vallone del Muro di Huy

La corsa che sembra un pellegrinaggio. La Freccia Vallone del Muro di Huy

Gli ultimi cento metri più lunghi del mondo sono questi. Stanno in cima a una salita, alla fine di altri ottocento, e si percorrono danzando sulla sella, ma è una danza unta, inquinata di fatica. Si sale storti come le case d’Amsterdam, mentre qui le case, ai lati della strada, sono piuttosto carine, a due piani, al massimo tre, sono fatte in mattoni o in pietre, hanno finestre senza imposte e le cassette delle lettere tutte uguali.  Qui è Huy, un posto dove si arriva contorti, avvitati su sé stessi, annodati e gommosi, alla maniera delle sculture di palloncini gonfiati per le feste dei bambini. Si va sospesi tra l’inferno e il cielo,  una strada di preghiere e di bestemmie insieme, di avemarie e misericordie, nemmeno le macchine ce la fanno, alla Freccia Vallone le fermano prima.  La strada si chiama Chemin des chapelles, va da 83 metri a 204…

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